domenica, maggio 07, 2006

Ipocrisia italiana in Iraq: una guerra che non è guerra


Certo colpisce. Leggere su L'Espresso di questa settimana l'intervento del generale Fabio Mini (nella seconda foto), ex comandante della missione Nato in Kosovo (Kfor) e una delle menti più lucide delle nostre Forze Armate, che scrive riferendosi ai commenti politici dopo l'uccisione dei nostri soldati a Nassiriya: "Aridi e sterili, dai quali non nasce nessuna vera presa di coscienza e soprattutto nessuno scrupolo professionale e morale. C'è il rito dell'esecrazione, della condanna dell'atto che per definizione è sempre terroristico, efferato, vile e barbaro. E non può essere altrimenti perche' noi agiamo nel mito e con il rito della pce: non facciamo la guerra, non andiamo nei luoghi di guerra, non offendiamo nessuno e portiamo soltanto pace, libertà, democrazia all'insegna della bontà d'animo e della nostra superore civiltà". Ma il punto cruciale al quale Mini vuole arrivare è quello che segue: "Questo rito rifiuta le ragioni degli altri, nega lo status di nemico a chi ci offende e nega perfino quel che il diritto internazionale stabilisce: se si è in casa d'altri con le armi e si pretende di controllare l'ordine e la sicurezza si è occupanti a prescindere dai motivi o dalle intenzioni. Se si impiegano i contingenti armati e non si garantisce ne' ordine ne' sicurezza non si è nulla. Non esiste uno status internazionale di liberatori o di samaritani armati".

Le avesse pronunciate un qualsiasi Paolo Cento, un Marco Ferrando, un Caruso, si sarebbe scatenata una canèa di commenti politici di gente che non perde occasione di ripetere agli altri di vergognarsi ecc. ecc. Nel caso dell'autore de "La guerra oltre la guerra", di uno dei generali italiani più conosciuti a livello internazionale, cosa fa la nostra politica omologata e cieca? Tace, fa finta di niente.

Marcopolo invece vuole prendere spunto da questo ragionamento di Mini, per fare alcune considerazioni. Ai morti di Nassiriya non è mai stata assegnata la medaglia d'oro al valor militare, che invece è stata assegnata al valor civile al bodyguard Fabrizio Quattrocchi ucciso dai rapitori in Iraq. Il motivo è semplice: quell'onorificenza i militari la potrebbero avere solo a costo di un'ammissione da parte italiana del fatto che stanno combattendo una guerra. Ma, se si fa questo passo, il governo si pone automaticamente al di fuori della Costituzione. Così, quelli che sono morti nell'esercizio generoso del loro dovere in Iraq non possono essere considerati "eroi". Attenzione, non è marcopolo che lo dice. Chi scrive sa che lì si sta combattendo una guerra vera e propria quindi è convinto che i caduti a Nassiriya sono proprio eroi. Ma, provate a notare un attimo alla questione terminologica: nelle dichiarazioni dei politici i "nostri ragazzi" morti a Nassiriya sono "martiri" per chi li vuole esaltare, "vittime" per chi vuole considerarli intrappolati in un meccanismo più grande di loro.

Entrambe le definizioni umiliano il loro status di soldati. Quella di martire dà un'idea un po' religiosa della loro missione, quella di vittima li considera quasi dei civili. No, la definizione più giusta per loro è eroi. Ma la nostra politica è pudica rispetto a questa definizione, perche' quel termine è troppo collegato al concetto di guerra. E quella in Iraq non è guerra, anche se ne ha tutte le caratteristiche, per l'ipocrisia di stato.

"La presenza militare straniera su un territorio soggetto a una sovranità locale non può essere lasciata nel vuoto istituzionale o alla merce' delle pulsioni politiche di questo o quel signorotto", continua a spiegare il generale Mini. "La presenza militare istituzionale - specifica il comandante -, cioè quella espressa dagli Stati e non dalle compagnie di mercenari, ha una valenza particolare proprio perche' influisce sulla sovranità dello Stato, sulla sua sicurezza e sull'indipendenza delle sue legittime e legali istituzioni. Rispetto alla sovranità e sicurezza sono i requisiti essenziali e qualsiasi processo di pace, ordine e ricostruzione. Perciò il diritto internazionale si sforza di contemplare i casi possibili d'intervento armato su territori esteri e di fissarne i limiti di legittimità, stabilendo che la presenza di truppe straniere non sottrae mai la sovranità dello Stato operante".

Capita l'antifona? Beh, se non l'abbiamo capita, continuerei con quello che dice Mini: "Tale presenza non può essere trattata in maniera ambigua e indefinita (ndr: come è dal governo italiano) neppure se si tratta di una parteicazione 'tecnica' di cooperazione o di un atto di solidarietà. Senza uno status ben definito e senza l'accettazione coale e istituzionale del paese ospitante, la presenza militare, specie se protratta nel tempo, rischia di sconfinare nella prevaricazione e nella limitazione della sovranità altrui, rendendo legittima qualsiasi resistenza anche armata".

Ecco, marcopolo penserà a queste parole quando sentirà di nuovo i nostri politici sproloquiare frasi del tipo di questa: "L'attentato assassino che ha stroncato barbaramente la vita dei nostri soldati a Nassiriya è un attacco alla civiltà. Siamo vicini alle famiglie di questi nuovi martiri della libertà e alle Forze Armate. Anche per onorare il loro sacrificio, che ci addolora profondamente, è necessario, ora più che mai, proseguire la nostra missione di pace in Iraq". La dichiarazione risale al 27 aprile 2006. L'ha detto uno di quelli che ha mandato i nostri soldati in Iraq senza un preciso quadro operativo, che ne ha fatto dei "martiri" in una guerra che non è guerra.

P.S.: marcopolo apprende che è morto oggi anche l'unico superstite dell'attentato della settimana scorsa a Nassiriya, il maresciallo dei Carabinieri Enrico Frassanito.

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Bè ora però in Iraq si potrà stare più tranquilli quando arriveranno le truppe torremaggioresi con a capo il Generale diCorpo d'Armata Alcy Ribaltello..... con un curriculum da pluridecorato!!!

Pace per quei ragazzi (eroi) MANDATI a morire!!! Penso sempre che quei giovani potrebbero anche essere stati i figli dei "padroni del nostro destino"!!!! Che la ragione li illumini......

4:17 PM  

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