domenica, aprile 23, 2006

Torna Osama, il mercante del terrore


Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio sul fatto che al Qaida stia tentando di appiccicare la sua etichetta anche sulla questione palestinese, oggi può metterlo da parte. A fugare questi dubbi è arrivato oggi il capo stesso del gruppo (ma si può chiamare così? forse potremmo chiamarlo "brand") terroristico: Osama Bin Laden.

Un nastro audio è stato diffuso dalla rete satellitare pan-araba al Jazeera. La voce apparirebbe essere proprio quella dello sceicco. Tra gli inviti al jihad, spicca una dichiarazione dal contenuto squisitamente politico e tatticamente molto efficace. Bin Laden sostiene che la decisione dell'occidente di tagliare gli aiuti all'Autorità nazionale palestinese, dopo la vittoria elettorale del gruppo radicale islamico Hamas, dimostra che è in corso "una guerra di crociati (ndr: cristiani) e sionisti (ndr: ebrei) contro l'Islam".

L'operazione è sottile. Hamas ha sempre rigettato legami con al Qaida. Il gruppo radicale è legato alla Fratellanza islamica egiziana (ma, in fondo, anche Ayman al Zawahiri, il numero 2 di al Qaida, proviene dalla Fratellanza...). Più volte gruppuscoli locali hanno affermato di fare riferimeto ad al Qaida, ma nessuno di questi ha mai avuto la portata di Hamas.

Invece, da tempo ormai, Hamas sta approfondendo i rapporti col mondo sciita. Ha cominciato con gli Hezbollah libanesi, ammirati per essere stati uno dei fattori che hanno spinto Israele a lasciare il Paese dei Cedri. Poi questi legami si sono allargati allo stesso Iran, che si è affrettato nei giorni scorsi a promettere ad Hamas 50 milioni di dollari in aiuti.

Resta da capire se e quanto Teheran abbia intessuto relazioni con la galassia fondamentalista che fa riferimento a Bin Laden. Nei giorni scorsi Mahmoud Ahmadinejad, il pasdaran presidente della Repubblica islamica, ha dichiarato che, in caso di attacco militare contro l'Iran, ha pronto un battaglione di decine di migliaia di kamikaze pronti a "operazioni di martirio". Questa comunanza di strumenti, certo, non dice quasi nulla su un eventuale avvicinamento tra Iran e al Qaida, che non si sono mai visti troppo di buon occhio, ma la dice lunga su quanto le scintille in Medio Oriente mettano a rischio anche le nostre città.

Di certo, una gran familiarità con l'utilizzo dei kamikaze (o con la strumentalizzazione di essi, soprattutto dopo che hanno portato a termine attentati) ce l'ha al Qaida. Osama, anche nell'audiocassetta diffusa oggi, ha posto obiettivi strategici. "Mi rivolgo ai mujaheddin e i loro sostenitori, specialmente in Sudan e nella penisola araba, perche' si preparino a una lunga guerra contro gli invasori crociati in Sudan occidentale. Il nostro scopo non è difendere il governo di Khartoum, ma difendere l'Islam, le sue terre e la sua gente", dichiara lo sceicco facendo riferimento alla questione del Darfur e alla missione Onu che lì opera. Proprio in Sudan Osama s'era rifugiato prima di trovare accoglienza nell'Afghanistan dei talebani.

Ah, il messaggio ci dice anche un'altra cosa: Osama è vivo e lotta contro di noi.

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