lunedì, maggio 01, 2006

Romano Prodi con la "barba finta"


Quali gli apparati dello Stato più "sensibili", soprattutto alla luce degli eventi degli ultimi anni? Lo sanno tutti, si tratta dei servizi segreti. Il ruolo che i servizi italiani hanno avuto nella costruzione delle motivazioni che hanno portato alla guerra in Iraq è ormai accertato, anche se ufficialmente contestato. Chi voglia approfondire ha modo di farlo leggendo quel documentatissimo saggio di Carlo Bonini e Giuseppe D'Avanzo, due reporter di Repubblica, recentemente pubblicato da Einaudi, Il Mercato della paura.

Ma cosa intende fare il nuovo governo italiano riguardo ai servizi? Partiamo da un assunto: il vecchio governo guidato da Silvio Berlusconi su questo terreno, come su tanti altri, ha scontato le sue divisioni interne con la paralisi. Il progetto di unificare i due servizi, il Sisde e il Sismi, in un'unica struttura, era un cavallo di battaglia del ministro degli Interni Giuseppe Pisanu, ma era fortemente avversato dal suo collega alla Difesa Antonio Martino. Durante la legislatura, i due si sono comportati un po' come due comari, paralizzando di fatto ogni ipotesi di riforma.

Potrebbe accadere lo stesso con il nuovo governo di centrosinistra? Potrebbe. Intanto, tuttavia, sembra chiaro che Romano Prodi vuole avere, come presidente del consiglio, il controllo politico esclusivo sulle catene di comando delle due agenzie d'intelligence. Inoltre, parrebbe che Prodi voglia gestire anche le relazioni col Copaco, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, i cui poteri potrebbero essere rafforzati.

Potrebbe anche essere creato un nuovo "panel", presieduto dallo stesso Prodi, che si occupi dell'intelligence e che si avvalga di personalità provenienti dai Ministeri degli Esteri, Interni, Difesa e Finanze.

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