giovedì, maggio 04, 2006

La Cina a caccia di...etanolo (e si rivolge al Brasile)


La Cina guarda al Brasile. Ma non per la bellezza delle sue foreste, ne' per il piano del presidente Lula di far calare la povertà, neanche troppo riuscito finora. No, i cinesi si sono accorti del fatto che il Brasile ha risposto alla sfida dell'energia sviluppando un'avanzatissima tecnologia per la produzione di biocacarburanti, in particolare bioetanolo prodotto dalla canna da zucchero.

Pechino, lo sappiamo tutti, col suo 10 per cento di crescita annua del Pil, è assetata d'energia. La sua caccia al petrolio è uno dei fattori d'instabilità che fa schizzare in alto il prezzo del petrolio e, secondo molti osservatori, rende più intensi gli attriti in Medio Oriente. Lo sviluppo incontrollato, inoltre, sta creando alla Cina enormi problemi ambientali. Così, come poteva sfuggire ai leader della Repubblica popolare l'esempio brasiliano?

In effetti, il governo di Brasilia ha da tempo inserito regole per cui gli autoveicoli devono operare con carburanti che contengano almeno il 20 per cento di etanolo e sono moltissime le auto attrezzate con tecnologia "flex" che permette loro di andare anche solo a etanolo. Che poi non è altro che un alcol ottenuto dalla fermentazione dello zucchero. Verrebbe da chiedersi perche' in Italia in questo senso si stia facendo poco o nulla. Ma, si sa, sarebbe una domanda retorica.

Torniamo alla Cina. Secondo quanto ha raccontato Matt Young, un reporter di EyeWorld Magazine, i cinesi hanno già contattato il Brasile perche', oltre ad adottarne la tecnologia, vorrebbero anche importare bioetanolo. Un esperto della Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e la riforma, Dehua Liu, si è già recato in Brasile per prendere contatti e presto dovrebbe tornarvi per concludere i primi affari. "Molte compagnie cinesi, il governo centrale e governi locali sono molto interessati all'esperienza brasiliana nell'ultilizzo e nella produzione dell'etanolo", ha spiegato Liu a Young.

Un primo approccio cinese al problema è stato quello di cercare di introdurre i metodi di produzione. E' una soluzione che poteva essere affascinante, tuttavia ha una controindicazione per la Cina. L'enorme popolazione cinese ha bisogno di essere sfamata e la coltura estensiva di canna da zucchero potrebbe mettere a rischio le riserve alimentari per il paese. Così Pechino sta studiando la sostenibilità di avviare importazioni, che vedrebbero Brasilia come partner privilegiato.

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