martedì, marzo 28, 2006

Abdul Rahman forse si salva, la nostra coscienza no


Abdul Rahman è stato liberato. Era un atto previsto e prevedibile. Ed era quasi un atto dovuto anche l'offerta di asilo politico che l'Italia ha fatto. Ma servirà? Intanto, non è detto che l'uomo accetti. Speriamo che lo faccia, perche' sarebbe in risultato importantissimo salvare la sua vita. Il problema resta tuttavia intatto: l'Afghanista "liberato" resta a tutt'oggi un paese in cui si applicano alcune norme ispirate al fondamentalismo islamico.

I paesi occidentali, presenti in Afghanistan con forze consistenti avrebbbero tutti gli strumenti per costringere Kabul a modificare questa normativa. Tuttavia, parliamoci chiaro, se lo facessero rischierebbero la destabilizzazione del già oltremodo instabile governo del presidente Hamid Karzai.

Dal punto di vista italiano come si può non vedere una forte contraddizione? Siamo un paese che rigetta con forza la pena di morte e le norme restrittive della libertà religiosa. Eppure, in quel paese sosteniamo un regime che fa proprio queste cose. Ce ne potremmo andare, vero, ma quale sarebbe il risultato? Senza le forze Isaf e senza Enduring Freedom, l'Afghanistan torna nelle mani dei talebani. La verità è che, quando si rompe un nido di vespe, come hanno fatto gli americani, qualche puntura alla fine la si prende...

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