martedì, maggio 16, 2006

La variante cinese dello scandalo Clearstream


Qualcuno ricorda Zhu Rongji? Nessuno? Strano, perche' fino a due anni fa questo signore era il numero due del paese più popoloso del mondo e più lanciato sulla via che lo porterà a essere superpotenza globale: la Cina. Zhu tra il 1998 e il 2003 è stato il primo ministro cinese. Poi è scomparso nel nulla.

A riportare il suo nome sulle cronache mondiali è stato lo scandalo francese Clearstream. Avete presente? Quel verminaio che a Parigi sta mettendo in crisi il primo ministro Villepin, l'aspirante presidente Nicolas Sarkozy, fino a lambire l'Eliseo. Che c'entra Zhu Rongji con Clearstream? Vediamo. Cerchiamo di ripercorrere la sua storia utilizzando fonti che vengono da pubblicazioni legate proprio all'intelligence transalpina.

Secondo alcune fonti Zhu avrebbe deciso nel 2003 di farsi da parte e ritirarsi a vita privata. Altri, molto più crudamente, affermano che è agli arresti domiciliari. Quale che sia la verità, molti hanno la certezza che la sua caduta sia collegata con un'inchiesta per corruzione.

La vicenda dell'ex premier si lega a doppio filo con quella di Huang Ju, vice presidente e numero sei nel Politburo del Partito comunista cinese. Huang è morto due settimane fa per un cancro, anche se la sua morte non è ancora ufficialmente confermata. I tempi di Pechino, si sa, sono dilatati. In ogni caso, Huang era sotto inchiesta per corruzione.

Sia Zhu che Huang sono stati in passato sindaci di Shanghai. La stessa carica è stata ricoperta dal precedente leader cinese, Jiang Zemin, che ancora oggi continua a contendere al presidente Hu Jintao il controllo di alcuni glangli sensibili dell'apparato di sicurezza cinese. Il braccio operativo di Jiang in questo confronto è Zeng Qinghong, anche lui proveniente da Shanghai. Zeng è vicepresidente e, soprattutto, capo dei servizi di sicurezza. Questi ha anche legami familiari col ministro per la sicurezza pubblica Zhou Yongkang.

Insomma, tra tutti questi vasi di ferro, l'unico vaso di coccio del clan di Shanghai, l'unico vulnerabile, è Zhu. Così i nemici del clan hanno approfittato del cote' "taiwanese" del caso Clearstream per attaccare il povero ex premier. Lo hanno accusato di aver intascato tangenti con lo scopo di garantire la "neutralità" di Pechino sull'acquisto di sei fregate della società francese Thomson CSF (oggi Thales) da parte di Taiwan nel 1991.

In questo Parigi ha aiutato. Investigatori cinesi e transalpini, infatti, concordano nell'idea che la corruzione è stata realizzata durante la visita di Zhu a Parigi il 16 aprile 1991. Nella rete è finita poi anche la moglie di Zhu, Lao An.

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