martedì, maggio 30, 2006

Massacro di Haditha, un'altra My Lai...


Della storia se n'è parlato a lungo. Un convoglio militare americano viene attaccato con la solita bomba rudimentale in Iraq. I soldati perdono la testa, sparano contro un taxi, uccidendo quattro studenti universitari disarmati, poi si buttano su due case e annientano due gruppi familiari di civili inermi, senza troppo riguardo per donne, vecchi, bambini.

Sulla vicenda sono state aperte due inchieste in America contro i marines che facevano parte del commando. Molti paragonano questo episodio al massacro del villaggio di My Lai in Vietnam durante la guerra persa dai soldati a stelle e strisce.

Sul massacro di Haditha del 19 novembre scorso le testimonianza sono molte. L'Msnbc e Newsweek ne riportano alcune particolarmente vivide, che non vengono dall'Iraq, ma proprio dai familiari di due marines americani.

I due giovani solfati statunitensi, caporalmaggiore Andrew Wright (20 anni) e caporal maggiore Roel Ryan Briones (21 anni), sono rimasti traumatizzati, secondo quanto raccontano i loro familiari, quando sono stati costretti ad andare a fotografare i corpi delle vittime. I corpi che i due hanno visto, ha raccontato all' Associated Press la madre di Briones, Susie, hanno visto 23 cadaveri.

"E' stato orribile, una scena terribile", ha detto Susie in lacrime nell'intervista ad Ap. La macchina fotografica di Briones è stata sequestrata dagli investigatori della Marina Usa. Anche Frederick Wright, il padre dell'altro marine, ha confermato che il figlio è sotto shock.

Sul massacro di haditha al momento non c'è molta chiarezza. La dinamica descritta sopra è stata prima raccontata da John Murtha, un rappresentante democratico ex marine e decorato di guerra, e poi confermato da testimoni sul luogo. Dapprincipio, i vertici militari avevano affermato che c'erano stati 15 civili iracheni uccisi per una bomba e uno scontro a fuoco con otto ribelli morti e un marine ucciso. Invece, secondo altre testimonianze, che il marine sia morto per la bomba e poi i suoi compagni hanno perso la testa e fatto un massacro di civili.

Il generale Peter Pace, portavoce dello Stato maggiore della Difesa Usa ha ammeso che i suopi soldati possono non "aver fatto il loro dovere come fa il 99,9 per cento dei marines"". Certo, però, che questo 0,1 per cento di danni ne fa...

Susie Briones, la mamma del marine traumatizzato, ha spiegato che il figlio ha visto tta l'altro una bambinetta uccisa con un colpo alla testa. "Ha dovuto portar via il corpo di quella bimba: aveva la testa scoppiata e le sue cervella si sono sparse sugli anfibi di mio figlio".


Alcune link per saperne di più:

In Italiano

L'Unità
EuroNews
La Repubblica
PeaceReporter

Inglese - English

USAToday
ABC News
New York Times
Sidney Morning Herald
Gulf News (Emirati ArabiUniti)

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2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Sarebbe utile salvare e mettere in un cassetto queste notizie, poi tirarle fuori qundo si parla nuovamente di democratizzazione.
E' facile parlare quando si sta comodamente seduti su una poltrona a guardare la televisione, vedendo solo quello che conviene farci vedere.

10:24 AM  
Blogger Genji said...

Assolutamente vero, newcons. E' come quando facevano vedere dall'Afghanistan le edificanti immagini delle donne che si levavano il "burqa", ricordi? Beh a cinque anni dall'attacco americano post-11 settembre, a parte il fatto che il burqa a quelle latitudini si porta lo stesso, l'Afghanistan non è democratizzato (perche' per lo più in mano a signori della guerra), non è stabilizzato (anzi è in piena guerra) e non è "ricostruito".

Tuttavia, io credo che anche chi usufruisce dell'informazione dovrebbe cominciare a essere un po' più smaliziato. E' vero che è facile parlare da utenti passivi dell'informazione. Allora, bisogna cominciare a pensare a essere utenti attivi. Sembra un controsenso(utente deriva da utor, che tu m'insegni è un verbo di forma passiva...), ma non lo è. Intanto, l'utente dovrebbe perdere il senso della sacralità dei media e della Tv in particolare. Ed essere consapevole del retroterra dei media: la proprietà, la formazione politica di chi dirige una testata. Sennò poi s'abbocca alle panzane di chi dice che il Corriere della sera è "comunista" e il TG1 fa informazione indipendente...

In secondo luogo, l'utente dovrebbe diventare a sua volta produttore d'informazione. In fondo, questo è lo spirito dei blog che sono uno dei primi e più stimolanti tentativi di fare "informazione partecipativa".

4:45 PM  

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