lunedì, marzo 27, 2006

Lo sceicco del terrore e il "matto" di Kabul


Oggi il MarcoPolo voleva occuparsi di Ucraina, Bielorussia, del ruolo che sta riassumento la Russia nei paesi vicini e dipendenti dalle sue forniture di gas. Ma la cronaca l'ha sopraffatto e deve di nuovo parlare di Iraq e di Afghanistan.


Iraq

L'ennesimo attentato suicida, questa volta vicino a Mosul, ha ucciso almeno 40 iracheni, molti dei quali erano reclute dell'esercito. Altre 20 persone sono rimaste ferite. Quando MarcoPolo scrive tante di queste risultano essere in condizioni particolarmente gravi. Il bilancio, insomma, potrebbe crescere ulteriormente. E' l'attentato più sanguinoso del 2006, dopo quello che è costato la vita a 70 persone a gennaio a Ramadi.

A rivendicare l'attentato suicida è, ma queste rivendicazioni vanno sempre prese con le molle, al Qaida. "Un fratello della Penisola di Maometto (Arabia Saudita, ndr), con una cintura di esplosivi, si è lanciato questa mattina contro la base dei crociati situata a nord est della città di Taalafar, e si è infiltrato fra centinaia di reclute prima di farsi esplodere", recita il testo del comunicato. "L'operazione - aggiunge - si è risolta con centinaia di morti e feriti". Si tratta davvero dell'organizzazione di Osama Bin Laden? Di mitomani? Di realtà virtuale? Non lo sapremo mai.

Il bilancio di sangue della giornata, tuttavia, non finisce qui. Almeno 20 cadaveri sono stati ritrovati a Baghdad in due diversi punti della città. Molti avevano corde al collo, erano ammanettati e bendati. L'ennesimo caso di violenza tra sunniti e sciitimolto probabilmente.

E' sempre più una guerra di tutti contro tutti. Lo dimostra l'ultimo episodio avvenuto ieri. Le forze statunitensi, col sostegno di quelle irachene, effettuano un raid violentissimo nella moschea sciita di Mustafah, a Baghdad. Nell'operazione vengono uccise 16 persone, ma la polizia irachena dice 22. Il ministro degli Interni iracheno Bayane Jabr Soulagh definisce il raid "ingiustificato" e accusa: non è vero, come hanno detto gli americani, che le vittime sono ribelli, ma semplici fedeli in preghiera. Il governatore di Baghdad Hussein Tahan convoca una conferenza stampa e minaccia: "Prenderemo misure più decise per preservare la digntà dei cittadini iracheni".

Afghanistan

Anche di quest'altro "hot-spot" della politica mondiale c'è da parlare oggi. Una mina a Helmand, nel sud del paese, ha provocato la morte di tre persone. Quante mine ci sono in Afghanistan? Un'infinità. E' un paese che viene da 30 anni di guerra. Mine sovietiche, cinesi, italiane, americane, continuano a infestare il paese e ogni tanto ne salta una. A pagare il prezzo più elevato sono i bambini, che sono anche i più indifesi e curiosi.

Ma a dominare l'informazione su questo disgraziato paese centro-asiatico, al momento, è un'altra vicenda. Quella del cristiano convertito Abdul Rahman. In Italia ne stiamo facendo una bandiera, ha fatto un appello anche il papa Benedetto XVI. Il ministro degli Esteri Gianfranco Fini giorni fa era intervenuto e aveva cantato vittoria affermando che l'uomo era ormai salvo. Cosa era accaduto? La pubblica accusa aveva decretato che Abdul è matto...Non erano stati considerati alcuni elementi: il primo, la testardaggine dell'uomo che non vuole essere considerato matto, ma rivendica la sua conversione (vocazione al martirio); il secondo, la piazza che di Abdul vuole la testa.

Dopo che ieri la Corte suprema afgana ha ordinato una nuova inchiesta (che può voler dire scarcerazione per Abdul, ma anche nuova condanna a morte), oggi centinaia di persone sono scese in piazza a Mazar-i-Sharif. Non per chiedere di salvare la vita all'apostata, ma per chiederne l'uccisione. C'è un braccio di ferro in corso, intanto, tra il governo di Hamid Karzai, il debole presidente afgano conosciuto sprezzantemente anche col nomignolo di "sindaco di Kabul", e le autorità religiose del paese. Karzai non può permettersi di avere cattiva stampa in occidente. I mullah non ci pensano neanche a farsi scappare una bella esecuzione che faccia da lezione ai eventuali anime poco accorte al Messaggio del Profeta.

Viene anche alla luce il contesto in cui è nata la vicenda. Secondo il quotidiano arabo Elaph, la conversione di Abdul è avvenuta durantre la frequentazione di un gruppo di volontari che aiutavano i profughi afgani in Pakistan e poi è stata portata a termine in Germania. L'arresto dell'uomo è avvenuto da parte degli stessi familiari che, evidentemente preoccupati che ai due figli dell'uomo fosse negato in futuro il Paradiso in seguito a un'improvvida conversione, l'hanno denunciato. Poi, quando l'uomo è stato addirittura condannato a morte, i familiari hanno testimoniato che l'uomo dava segni di squilibrio. Farlo apparire scemo: un ottimo escamotage per salvargli la pelle e rimuovere il problema. Peccato che Abdul non ci pensi nemmeno a voler passar per pazzo. E, forse, per questo lo è davvero.

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